Mini guida alla ripresa live di un concerto

Il cliente ha sempre ragione, almeno quando non ha palesemente torto.

I cliente va capito, coccolato e guidato, mediando fra ragioni tecniche e fotografiche e la sua volontà di autorappresentazione.

Occorre quindi pensare alle soluzioni migliori, che spesso devono scontrarsi  con le esigenze economiche.

Quindi il set minimo in questi casi sono 2 camere, due operatori, di cui 1 con la responsabilità di regia, sperando sempre in qualche outsider munito di camerina e dsponibile a regalarti qualche immagine.

Comprendere genere musicale, pubblico, comportamenti e struttura fisica del luogo, ottenere dal committente tutte le informazioni possibili su scaletta e momenti di focus su pezzi ed artisti assolutamente da non perdere.

Mettere tutto assieme, decidere comportamenti di ripresa e rispettarli, senza se e senza ma, sapendo che nei momenti più critici si deve ricorrere a tutta la propria esperienza e sensibilità.

Per chi sta sottopalco si presenta una dura lotta di sudore e di esigenze di spazio, compreso la necessità di muoversi fra i due lati del palco e la salita sul palco.

Spesso il cliente richiede tecniche di riprese “sporche”, sopratutto nel caso di musica “leggera”, quindi l’operatore è chiamato ad uno sforzo notevole, fare finta di sbagliare rispettando tutte le regole di ripresa, composizione fuoco ecc, e non rimanere sulla stessa ripresa per più di 4 secondi.

Un’altra importantissima attenzione è il vestiario (sob!).

Pantaloni con ampie tasche per ospitare batterie di ricambio, cassette o schede video di ricambio; vestirsi sempre di nero, specialmente se abbiamo la necessità di salire sul palco.

E, nel mio caso,  munirsi di abbondante parrucca

Altrimenti…

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